“Sono sempre stata coraggiosa,
eroica, con una grande joie de vivre”, esordisce
Vivienne Westwood.
Arrivata a Londra
nel 1958 a diciassette anni, da Glossop nel Derbyshire, ha subito
dimostrato doti rivoluzionarie nel campo della moda.
L'8
aprile compirà settant'anni, ma a vederla è l'eterna ragazzaccia,
che sulla King's Road di Londra viveva tappata nel suo negozio,
chiamato Sex agli
esordi, e dal 1980 World's End
, dove tutt'ora si vendono capi riciclati e t-shirt con slogan
politici, e dove sin dall'inizio insieme a Malcolm McLaren, cominciò
a gettare scompiglio nella capitale inglese inventando lo stile punk.
Vivienne Westwood stile punk |
Stilista di fama
internazionale da trent'anni, impera ancora come agente provocatrice
della moda nel mainstream del fashion business, ma il suo
quartier generale è uno spazio tutto suo al di fuori del
convenzionale. Ci appare con i suoi capelli arancio, gli occhi di
malachite intelligenti e curiosi, con un vestito in pile dal taglio
sbieco in un ufficio pieno di libri.
In giro niente stoffe, niente
manichini, ma solo libri ovunque.
Monnet, Tiziano, Rembrandt. “ A
me della moda non importa nulla.
La faccio perché la so fare”
esordisce. “ Sono estremamente politicizzata. Non credo nella
rivoluzione ma lotto per un mondo migliore, e questo complica molto
le cose quando fai un lavoro come il mio”.
Artista per
vocazione, stilista per caso, antifemminista, totalmente invischiata
nel fashion business, seppur aristocraticamente distaccata da
marketing e consumismo, Vivienne Isabel Swire, il cui cognome
Westwood l'ha ereditato dal primo marito Derek, sposato nel 1962, è
nata durante la Seconda guerra mondiale, ha conosciuto povertà e
privazioni prima di assistere all'esplosione del consumismo. “Dopo
due grandi guerre, dopo l'incubo del Vietnam e le proteste degli
hippies non avrei mai creduto che saremmo ripiombati in questo buio”
afferma la Westwood, amareggiata dal mondo giovanile odierno, troppo
attaccati ad Internet senza sapere nulla di politica e di quanto sia
importante la cultura.
La Poliedrica Westwood |
Arrivò in città
in cerca di stimoli culturali e incontrò Malcolm McLaren, l'altro
vate del punk, che non fu solo il suo compagno nella vita privata ma
anche collega.
Insieme per dieci anni dal 1970 crearono uno stile che
sarebbe entrato a forza nell'iconografia del rock'n'roll e in maniera
più sottile nell'aristocratico mondo della moda. Quella che crearono
assieme dice, è stata “solo una brillante operazione di marketing.
Creammo un look straordinario...ma non sono i capelli verdi che ti
rendono diverso, ma il tuo cervello, la tua attitudine nei confronti
della vita. Le idee le avevamo noi, Malcolm ed io”.
La Westwood
creò qualcosa di eroico che avesse una valenza politica con insita
un'idea di ribellione, di protesta contro quello che non andava bene
nel mondo.
Grande
rivoluzionaria in campo politico pubblicò il suo Active
Resistance Manifesto, la sua
resistenza attiva contro la propaganda e messaggio ai giovani d'oggi.
Secondo la poliedrica Westwood i tre grandi mali del mondo e punti
cardine del suo esplicito sono il nazionalismo, la menzogna
istituzionalizzata e la continua distrazione.
L'antidoto è la
cultura, radice dell'intelligenza del pensiero e ciò che ti permette
di sapere chi sei. Mantra della ragazzina spavalda è ancora quello,
che senza cultura, oggi gli stilisti non sarebbero niente. “Se non
conosci il passato – dice lei rivolgendosi ai giovani - non riesci
a capire il mondo in cui vivi. Noi siamo il passato e quel che
sopravvive, è l'arte”.
Vivienne Westwood durante una sua sfilata |
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